L'esultanza della Juve dopo il gol di Bernardeschi. Afp

L'esultanza della Juve dopo il gol di Bernardeschi. Afp

Cristiano, benvenuto in Italia. Pubblico entusiasta, partite mai semplici, decisioni arbitrali discusse e brividi. La Juve vince 3-2 a Verona rimettendo in piedi una partita che a metà secondo tempo, per quasi 20 minuti, stava perdendo: gol di Khedira, Stepinski, Giaccherini su rigore, poi autogol di Bani e rete decisiva di Bernardeschi. Non solo, poco prima del 90’ il 3-2 di Mandzukic viene annullato dall’arbitro Pasqua per un fallo di mano proprio suo, di Cristiano, rivisto con la Var. Alla fine decide Bernardeschi, che entra nel secondo tempo e cambia la partita. Prima con qualche giocata, poi con la deviazione in pieno recupero, un gol partita al minuto 93. La vecchia Juve, determinata e vincente, non cambia mai.
LA CHIAVE — La testa, la chiave spesso è la testa. “Non dobbiamo pensare che se c’è Ronaldo automaticamente vinciamo – diceva Allegri in vigilia -. Bisogna mettere da parte questo periodo di eccitazione”. Appunto. La Juve ha perso e vinto nello stesso pomeriggio seguendo l’andamento del suo approccio: prima un po' sulle nuvole, poi concertata e cinica. In secondo piano certo, i cambi, molto importanti. Allegri quando si stava mettendo male si è giocato Bernardeschi e Mandzukic, accolto quasi con livello di applausi alla Cristiano Ronaldo, e loro hanno risposto. Meglio di Dybala, il più deludente degli attaccanti della Juve.
LA PARTITA — I 90 minuti si dividono fondamentalmente in tre fasi. La prima, il controllo juventino. Khedira segna già dopo tre minuti riprendendo una deviazione di testa di Chiellini su una punizione da destra di Pjanic. La Juve in dieci minuti mette assieme un numero di occasioni che alcune squadre di provincia si farebbero bastare per una settimana. Il gol, un tiro di Dybala parato da Sorrentino, una palla-gol cancellata da un fuorigioco di Bonucci e un tiro alto di Cancelo su assist di Douglas Costa. Poi, a poco a poco, abbassa il volume della musica, getta nella differenziata un contropiede 4 contro 3 – come per dire, “troppo facile” – e permette al Chievo di restare in vita. Qui inizia la seconda fase, il pomeriggio di gloria del Chievo. Il gol del pareggio di Stepinski arriva al minuto 38 con un colpo di testa su assist di Giaccherini (e distrazione di Bonucci). Il 2-1 di Giak a inizio secondo tempo, quando la Juve ancora ha la spina staccata, nasce da un dribbling dell'ex su Cancelo, che ingenuamente lo manda per terra. La terza parte della gara è l’inevitabile assedio juventino per rimontare l’1-2. Il pareggio arriva con una deviazione di Bani su corner da destra ma la Juve rischia di fare gol due volte con Ronaldo, una con Mandzukic, un’altra con Dybala, una con Emre Can a cinque minuti dalla fine. Alla fine trova i due episodi chiave: il gol annullato a Mandzukic e il 3-2 di Bernardeschi.
CRISTIANO — Sì, ma Ronaldo? Non ancora in grande sintonia con i compagni, con cui perfezionerà i meccanismi, ma comunque a tratti dominante, capace di calciare nello specchio quattro volte e altre tre verso la porta. Cristiano è andato vicino al gol con un destro dopo meno di 18 minuti e prima dell’intervallo con un sinistro alto, poi con un’azione autoprodotta, un tiro su un assist di Dybala, una punizione laterale respinta da Sorrentino. Un giocatore superiore, ovviamente, accolto da rockstar già dal riscaldamento, con centinaia di persone lungo le balaustre solo per vederlo da (più) vicino. E' uscito scortato dalle guardie del corpo e forse avrà pensato che le partite così tese in provincia, in Spagna, non erano proprio un'abitudine.
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