Fisco e tassa sull'eredità: telefonata fra Draghi e Letta sulla proposta del Pd. Il segretario dem: "Non mollo"

Il presidente del Consiglio ha avuto un lungo e cordiale colloquio con il leader democratico. Che insiste: "Non siamo un Paese per giovani"
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Un segno di distensione da parte del premier Mario Draghi dopo il no di ieri a Enrico Letta e alla sua proposta di aumentare la tassa di successione sui patrimoni sopra il milione di euro, chiedendo "alla parte più ricca della popolazione, l'1%, di dare un contributo per aiutare i giovani", una sorta di "dote" per i 18enni più disagiati.

Questa mattina, infatti, il presidente del consiglio ha avuto un lungo e cordiale colloquio telefonico con il segretario del Pd. Che oggi insiste su Twitter: " Io ho fatto una proposta sui giovani - scrive Letta - E poi, con serietà, ho parlato di come finanziarla. Ma vedo che si continua a parlare solo di patrimoni e successioni. Ne traggo la triste ennesima conferma che non siamo un paese per giovani. E non mollo. #doteperi18enni".

 

Ieri Draghi ha replicato in maniera netta a Letta: "Non è il momento di prendere i soldi ai cittadini, ma di darli. L'economia è ancora in recessione". Ma ha frenato anche Matteo Salvini sul rilancio della flax tax al 15%. "Il principio di progressività - ha detto ieri Draghi in risposta al leader leghista - va preservato, l'ho detto e lo riaffermo, e la riforma fiscale deve contribuire alla crescita". Per poi aggiungere: "Non è tempo di politiche fiscali restrittive". Una replica indiretta anche al partito di Roberto Speranza, secondo cui andrebbe introdotta una "patrimonialina" sulle proprietà mobiliari e immobiliari con franchigia di 250mila euro.

Da parte sua il leader del Pd è deciso a tirare dritto con la sua proposta, un poderoso intervento di equità sociale e redistribuzione, subito applaudito da sinistra (oggi su Repubblica lodato anche da Matteo Orfini, leader dei "Giovani turchi") e contestato da centrodestra e Iv. La "dote" verrebbe infatti assegnata in base all'Isee della famiglia, andrebbe cioè solo alle meno abbienti, e vincolata a tre categorie di spesa: formazione e istruzione; lavoro e piccola imprenditoria; casa e alloggio. Mentre la copertura arriverebbe da una revisione in senso progressivo delle aliquote su successioni e donazioni. Ora ce n'è una soltanto al 4% per i patrimoni superiori al milione dieuro, che è la più bassa d'Europa (in Germania è al 30, in Francia al 45): l'idea è introdurne altre, sempre dal milione in su, facendo scattare quella massima (al 20%) oltre i 5 milioni.

"L'idea di letta è buona - afferma il governatore del Lazio Nicola Zingaretti -  Non si toglie all'economia, si ridistribuisce ricchezza verso i giovani, coloro che pagheranno di più la crisi e i nostri debiti". Di diversa opinione invece quello della Campania Vincenzo De Luca, che ha definito la proposta di Letta "inaccettabile" sia "dal punto di vista economico perché sono entrate banali" sia dal punto di vista "politico perché è un atto di autolesionismo che crea un clima di diffidenza e una barriera nel rapporto con il ceto medio produttivo".